Banche, sport e AI, Polkadot nel nuovo campo di battaglia del Nord America!

Nel mondo delle criptovalute, alcuni team scelgono collaborazioni sensazionali per attirare l'attenzione, mentre altri preferiscono lavorare con i piedi per terra, trasformando i vantaggi tecnologici in una crescita realmente sostenibile. Il team di Magenta Labs, che supporta la Web3 Foundation nello sviluppo del mercato nordamericano, appartiene a quest'ultima categoria.

Da Polygon a Polkadot, Magenta Labs ha gradualmente trovato il proprio ritmo: non sono solo quelli che vedete condividere notizie su X, ma sono sostenuti dal programma Decentralized Futures della Web3 Foundation e si assumono il compito di promuovere lo sviluppo dell’ecosistema. Che si tratti di espandere il mercato nordamericano o di dialogare con aziende come leghe sportive o la piattaforma musicale Mubert, il loro focus centrale è sempre lo stesso: come far sì che gli utenti restino davvero, diventando persino parte di Polkadot senza rendersene conto.

In questa conversazione di Space Monkeys, John Goldschmidt, responsabile della crescita di Magenta Labs, ha condiviso la missione e la visione del team:

• Perché ora è il momento migliore per puntare sul Nord America;
• Come attrarre nuovi utenti attraverso scenari come sport, intrattenimento, AI e open finance;
• La strategia duale di Hub e Cloud.

Ancora più importante, ha anche sottolineato con sincerità la più grande sfida che Polkadot deve affrontare: non la tecnologia in sé, ma come spiegare chiaramente questi valori affinché l’esterno possa comprenderli e sia disposto a utilizzarli.

Questa è una conversazione approfondita sulla logica della crescita e sulle sfide narrative, nonché una storia che mostra come Polkadot si stia avvicinando al mainstream.

• Da Polygon a Polkadot: la missione e la strategia di crescita di Magenta Labs
• Economia dei fan + blockchain: l'opportunità unica di Polkadot
• Magenta Labs porta Mubert su Polkadot 
• Banche, sport e AI: il nuovo campo di battaglia di Polkadot in Nord America
• La sfida di Polkadot: come spiegare il valore tecnologico

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Da Polygon a Polkadot: la missione e la strategia di crescita di Magenta Labs

Jay: L’ospite speciale di questa puntata di Space Monkeys è John Goldschmidt, responsabile della crescita di Magenta Labs. È un grande onore averti qui, John, benvenuto per la prima volta a Space Monkeys. Magenta Labs lascia davvero il segno, siete entrati nell’ecosistema Polkadot circa nove mesi fa, giusto?

John: Più o meno, ma in realtà è più vicino a un anno, circa 10 o 11 mesi.

Jay: Ti vedevo spesso condividere notizie su Polkadot su X, e mi chiedevo: chi sono queste persone? Sono nuovi creatori di contenuti? Cosa fanno? Solo dopo ho scoperto che lavorate sotto il Decentralized Futures Program della Web3 Foundation.

John: Esatto, è un progetto di finanziamento con valutazioni a tappe.

Io sono entrato in Magenta Labs tre mesi fa, principalmente per espandere il mercato statunitense. Con il quadro normativo negli Stati Uniti che quest’anno sta diventando più chiaro, la Web3 Foundation e l’intero ecosistema Polkadot stanno aumentando l’attenzione su questa area.

Per questo sono entrato in Magenta Labs. In breve, le nostre responsabilità sono:

• Assistere la Web3 Foundation nell’avanzamento di progetti strategici, 
• Promuovere lo sviluppo dell’ecosistema, 
• Stabilire connessioni tra le diverse parti dell’ecosistema. 

Il nostro lavoro concreto include: dialogare con imprenditori, connettersi con partner strategici, collaborare con grandi aziende per soddisfare esigenze reali, e coordinare diverse attività di marketing per aiutare i partecipanti dell’ecosistema, come le parachain, a crescere meglio.

Per noi “crescita” significa far sì che più wallet vengano distribuiti su Polkadot, portando maggiore attività on-chain. L’indicatore chiave è: quanta reale attività e utilizzo riusciamo a generare sulla chain.

Prima di Magenta Labs, mi occupavo di business development in Polygon. Il team allora investiva molte energie per capire come collaborare con le aziende e individuare i giusti casi d’uso. L’attenzione non era sul marketing appariscente, ma sulla ricerca di use case in grado di portare attività di utenti su larga scala, introducendo l’utente mainstream nel Web3.

Polygon spesso faceva notizia, come le collaborazioni con Starbucks o Nike. Queste collaborazioni erano per lo più programmi di fidelizzazione, ma avevano una forte componente temporanea e sembravano più progetti di marketing. Anche se portavano visibilità e attenzione, ci siamo presto resi conto che serviva qualcosa di più sostenibile e coinvolgente.

Una volta entrati nell’ecosistema, sia le aziende che i consumatori retail hanno bisogno di un motivo per restare a lungo termine. Spesso, potrebbero anche non rendersi conto di usare Polkadot, ma se il prodotto è abbastanza valido, continueranno a restare in modo naturale.

Economia dei fan + blockchain: l'opportunità unica di Polkadot

Jay: In Magenta Labs, con quali aziende avete più contatti al momento?

John: Ora ci concentriamo principalmente su sport e intrattenimento. Alcune leghe e club sportivi americani sono molto interessati alla blockchain, soprattutto su come wallet e blockchain possano aumentare la fedeltà dei fan.

Va sottolineato che questi club hanno KPI e metriche ben definite. Se la nostra soluzione non si adatta ai loro obiettivi, non la adotteranno.

Anche se amiamo Polkadot, le crypto e il Web3, e pensiamo che queste tecnologie siano molto attraenti, per le aziende la questione centrale resta: si possono aumentare le vendite di prodotti? Si può far sì che più utenti usino più spesso le loro app?

Fortunatamente, blockchain e crypto offrono un framework modulare che permette loro di integrare diverse applicazioni senza doverle verificare ogni volta, né preoccuparsi di integrazioni tecniche complesse, perché le “rotaie” di base sono le stesse.

Stanno iniziando a rendersene conto e vedono una grande opportunità “blue ocean”. Finora, nessuno è davvero riuscito a farlo bene, anche se ci sono stati molti tentativi, ma credo che abbiamo la possibilità di riuscirci.

Jay: Quando parli di Polkadot con aziende o istituzioni, su quali punti insisti? E cosa cambia rispetto a quando eri in Polygon?

John: I vantaggi di Polkadot si vedono soprattutto nel modo in cui vengono eseguite le transazioni, nella gestione delle gas fee e nella sua scalabilità unica — cose che non si trovano altrove.

Onestamente, non voglio crearmi nemici né sminuire Polygon. Ma quando ero in Polygon, non era facile spiegare con sicurezza le differenze rispetto ad altre reti e perché sceglierla.

Con Polkadot, invece, è molto più semplice. Fin dall’architettura iniziale, ha funzioni uniche e decisive. Possiamo esprimere questi vantaggi con sicurezza e, man mano che le persone comprendono meglio la tecnologia, ne apprezzano sempre di più il valore.

Magenta Labs porta Mubert su Polkadot

Jay: Quali sono i risultati già pubblici di Magenta Labs?

John: Un ottimo esempio è Mubert, lanciato all’inizio di quest’anno.

Mubert è un progetto musicale molto interessante, che avrebbe potuto scegliere molte strade diverse, ma siamo riusciti a convincerli a sfruttare i vantaggi di scalabilità di Polkadot.

Mubert è una piattaforma di generazione musicale e sonora basata su AI, già di grande successo nel Web2: aziende come Adidas la usano, così come grandi produttori musicali. Quindi, anche senza Web3, il loro business funzionerebbe perfettamente.

Ma abbiamo mostrato loro che, gestendo le royalty su Polkadot, la piattaforma può funzionare in modo più efficiente, resiliente e a costi inferiori.

La cosa più interessante è che questi casi d’uso non esistono perché sono “crypto”, ma perché rendono la vita degli utenti più semplice e migliore.

Questa è la domanda che dobbiamo sempre porci: stiamo solo spostando gli utenti da una “macchina” all’altra, o stiamo davvero facendo salire a bordo nuove persone?

Dico spesso che bisogna “allargare la tenda” e attrarre più persone. Credo che questa atmosfera stia prendendo forma nell’ecosistema Polkadot. Soprattutto nel mercato nordamericano, vediamo molte opportunità per portare nuovi utenti, ed è proprio questa la nostra direzione principale ora.

Banche, sport e AI: il nuovo campo di battaglia di Polkadot in Nord America

Jay: Perché ora concentrarsi sul Nord America?

John: Il motivo principale è che il quadro normativo sta diventando più chiaro.

Fin dall’inizio, Polkadot ha seguito una linea di compliance, evitando qualsiasi token o framework che potesse essere considerato non conforme. Ma in passato, era quasi impossibile riuscirci.

Ora la situazione è diversa. Anche se le normative non sono ancora completamente definite, ci sono molti segnali positivi. Ad esempio, il Genius Act e il Market Structure Bill indicano che Polkadot può svilupparsi qui in modo legale e conforme, instaurando rapporti costruttivi con le autorità. Questo è fondamentale per la fondazione e per tutta la community.

Jay: Quali saranno le priorità nei prossimi 12 mesi?

John: Ci concentreremo su questi aspetti:

• AI e DePIN (Decentralized Physical Infrastructure)
• Industria dell’intrattenimento, in particolare sport e musica 
• Diffusione dei wallet, sia per pagamenti che per gestione dell’identità, come porta d’accesso al Web3 per i consumatori 
• Open Finance, diverso dal DeFi tradizionale, più focalizzato su pagamenti e identità in scenari consumer 
• Applicazioni istituzionali, come aiutare le banche a tokenizzare asset su Polkadot e attrarre clienti 

In generale, entrando nel mercato, ci sono già player consolidati, soprattutto molte L2 che negli ultimi anni hanno dialogato con i regolatori. Ma dalle mie conversazioni con le istituzioni, sento che le opportunità sono ancora enormi — soprattutto nel far capire alle banche che Polkadot è la scelta migliore per la tokenizzazione degli asset e per attrarre i consumatori.

Jay: Vi concentrerete di più su Hub o solo su Cloud?

John: In realtà su entrambi. Sono due parti del portafoglio prodotti, ciascuna adatta a diversi casi d’uso.

In alcuni casi, portare i team su Hub ha senso, soprattutto per i progetti già costruiti su EVM. Per use case più grandi e orientati al Web2, aziende già con una base utenti, possiamo aiutarle a integrare parachain o rollup in modo più rapido e semplice.

Avere PDP (Polkadot Deployment Portal) come risorsa è fondamentale, e speriamo di usarlo presto per supportare più deployment. Allo stesso tempo, Hub resta una priorità, soprattutto perché sarà lanciato entro la fine dell’anno, e speriamo che possa stimolare più attività on-chain.

La sfida di Polkadot: come spiegare il valore tecnologico

Jay: Qual è, secondo te, la principale sfida nel far entusiasmare le persone per Polkadot?

John: Prima di tutto, come ho già detto, tutti credono nella forza tecnologica di Polkadot — è indiscutibile. Quando le persone approfondiscono, non hanno dubbi su questo.

La sfida è: come spiegare questi vantaggi in modo che utenti comuni e tecnici possano capirli.

Ad esempio, il meccanismo coretime, come offre scalabilità ed espansione più rapide e semplici — la tecnologia è forte, ma serve un modo più accessibile per spiegarla. Quando si parla con le istituzioni, bisogna anche sottolineare l’alto livello di decentralizzazione e la protezione della privacy di Polkadot.

In altre parole, dobbiamo lavorare di più sull’espressione e la narrazione del valore tecnologico.

Jay: John, sono felice che tu sia venuto al nostro programma. È stato davvero bello parlare con te e discutere lo sviluppo di Polkadot.

John: Grazie! Anche per me è stato un piacere.

Dal vivo, basta chiamare e le persone si avvicinano. Alcuni conoscono già Polkadot, altri non sanno nulla di crypto. Ma quando spieghi loro i recenti sviluppi di Polkadot, gli occhi si illuminano e si entusiasmano.

Alcuni dicono: “Sono nel crypto da anni, ho sempre amato Polkadot, sono felice di vedervi qui.” Altri dicono: “Non so molto di crypto, puoi spiegarmelo?” E spesso queste persone rimangono colpite, rendendosi conto che Polkadot ha senso ed è un’opportunità da seguire.

È davvero una bella sensazione.

Jay: Fantastico! Grazie ancora per essere stato con noi!