I miliardi di Bitcoin di Mt. Gox stanno venendo restituiti: ecco come siamo arrivati fin qui

L’exchange di Bitcoin ormai defunto Mt. Gox ha iniziato a rimborsare i creditori due anni fa, più di un decennio dopo che la società è andata in bancarotta. Ma lunedì, la scadenza per completare la restituzione di miliardi di dollari in Bitcoin è stata posticipata di un intero anno al 31 ottobre 2026. 

Finora circa 19.500 creditori sono stati rimborsati, ma molti altri stanno ancora aspettando i fondi che hanno perso nel lontano 2014.

Il primo lotto di rimborsi nel 2024 ha portato a una forte ondata di vendite, poiché molti creditori hanno immediatamente venduto i Bitcoin rimborsati dopo aver atteso pazientemente mentre il prezzo di Bitcoin schizzava alle stelle nell’ultimo decennio. Pertanto, altri partecipanti al mercato potrebbero accogliere con favore un ritardo, che normalmente sarebbe considerato un evento ribassista.

Ma dieci anni sono tanti, e le schiere di utenti crypto entrati nel settore negli ultimi anni potrebbero non conoscere la famigerata storia di Mt. Gox. Come è fallita e come funzioneranno i rimborsi in Bitcoin? Ecco cosa c’è da sapere.

Cos’era Mt. Gox?

Mt. Gox è stata, a un certo punto, la più grande exchange di Bitcoin al mondo. Con sede a Tokyo, si stima che la società rappresentasse il 70% del volume di scambi di Bitcoin nel 2013. Il CEO di Mt. Gox, Mark Karpeles, ha dichiarato a Reuters in un rapporto ora cancellato che l’exchange vedeva tra i 5 milioni e i 20 milioni di dollari in trasferimenti in entrata ogni giorno. 

Lanciato nel 2010, il sito era originariamente un marketplace online per scambiare carte fisiche di Magic: The Gathering; Mt. Gox era infatti l’abbreviazione di “Magic: The Gathering Online Exchange”. Ben presto, il sito aggiunse la possibilità di scambiare denaro con Bitcoin, abbandonando definitivamente le carte da gioco.

I dipendenti dell’exchange avevano la possibilità di essere pagati parzialmente in Bitcoin, ma Karpeles sottolineava di non investire “più di quanto si potesse permettere”.

Bitcoin era estremamente nuovo all’epoca. È stato lanciato nel 2009, ma solo nel 2010 sono iniziati davvero gli scambi. Poi, nel 2013, la criptovaluta ha iniziato l’anno valutata a 13 dollari, salendo fino a 1.100 dollari entro la fine dell’anno. Ma con questa ascesa alla popolarità per Bitcoin sono arrivati anche incubi regolatori per il più grande exchange del mondo.

Come è fallita Mt. Gox?

Nell’estate del 2013, Mt. Gox è stata accusata dal Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti di non essersi registrata come “impresa di trasferimento di denaro”. Per questo motivo, sono stati sequestrati 5 milioni di dollari di fondi Mt. Gox. Più tardi nello stesso anno, il partner dell’exchange, CoinLab, ha fatto causa a Mt. Gox per presunta inadempienza contrattuale. 

Nel febbraio 2014, l’exchange ha rivelato di essere stato vittima di anni di attacchi hacker passati inosservati. Attori malevoli sono riusciti a modificare gli ID delle transazioni a causa di una vulnerabilità di Bitcoin chiamata “transaction malleability”, che è stata poi risolta con il SegWit soft fork del 2017. La vulnerabilità permetteva ai malintenzionati di manipolare l’exchange senza che se ne accorgesse, apparentemente per anni, sottraendo fondi ai clienti per tutto il tempo.

Di conseguenza, sono stati persi 850.000 Bitcoin—quasi il 7% di tutti i Bitcoin esistenti all’epoca. Allora valevano 475 milioni di dollari, ma al tasso attuale varrebbero oltre 97 miliardi di dollari.

Durante l’attacco, l’exchange è andato offline, causando un crollo del prezzo di Bitcoin. Gli investitori si sono infuriati e hanno chiesto spiegazioni. Karpeles ha quindi dichiarato che l’exchange avrebbe “trovato una soluzione”.

Alla fine, quella soluzione è stata dichiarare bancarotta, citando passività per 64 milioni di dollari a fronte di soli 38 milioni di dollari in attivi. Secondo un rapporto Reuters, la società aveva 127.000 creditori nella procedura fallimentare, di cui solo 1.000 residenti in Giappone.

La richiesta di fallimento in Giappone ha poi dichiarato che Mt. Gox doveva ai creditori 63,5 milioni di dollari. Ma la società non aveva nemmeno la metà di quella cifra, poiché 5 milioni di dollari dei suoi attivi erano detenuti da CoinLab nell’ambito della causa in corso all’epoca. Altri 5,5 milioni di dollari erano trattenuti dal Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti.

"Faremo tutto il possibile per assicurarci che i crimini vengano puniti e i danni risarciti", ha poi dichiarato Mt. Gox.

Spiegazione dei rimborsi ai creditori

Nel 2023, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha incriminato due cittadini russi per “cospirazione finalizzata al riciclaggio di circa 647.000 Bitcoin provenienti dal loro attacco a Mt. Gox”, avvenuto nel 2011. In questo processo sono stati recuperati 140.000 Bitcoin—pari a circa 16 miliardi di dollari al prezzo attuale.

Ora, oltre un decennio dopo il crollo dell’exchange e dopo numerose proroghe delle scadenze, i creditori di Mt. Gox devono ricevere un rimborso. Secondo una nota di giugno 2024, i creditori avrebbero iniziato a ricevere pagamenti in Bitcoin e Bitcoin Cash.

“Abbiamo impiegato tempo per garantire rimborsi sicuri e affidabili ai creditori, incluse soluzioni tecniche per pagamenti sicuri, conformità alle normative finanziarie di ciascun paese e discussioni sulle modalità di rimborso con gli exchange di criptovalute,” ha dichiarato il fiduciario della riabilitazione di Mt. Gox, Nobuaki Kobayashi, nella nota.

Dopo la nota, Mt. Gox ha spostato miliardi di dollari in Bitcoin tra diversi wallet mentre si preparava a eseguire i rimborsi prima della scadenza originaria del 31 ottobre 2024.  

Mt. Gox ha iniziato a effettuare i rimborsi il 5 luglio 2024, secondo una nota dei fiduciari della riabilitazione, sottolineando che il processo avrebbe richiesto tempo per confermare i dettagli dei creditori. “Chiediamo ai creditori idonei di attendere ancora un po’,” si legge nella nota.

Tuttavia, è stato necessario prorogare la scadenza poiché quella del 2024 si avvicinava. È stata quindi posticipata al 31 ottobre 2025. Avvicinandosi anche questa data, ora è stata nuovamente estesa di un intero anno, fino alla stessa data nel 2026.

Il fiduciario della riabilitazione Nobuaki Kobayashi ha scritto in un avviso che alcuni creditori non avevano ricevuto i rimborsi perché “non hanno completato le procedure necessarie”, mentre altri hanno incontrato ostacoli lungo il percorso.

Al momento della stesura, i dati di Arkham Intelligence mostrano che Mt. Gox detiene ancora 34.689 BTC, per un valore di quasi 4 miliardi di dollari ai prezzi attuali.

Nota dell’editore: questa storia è stata pubblicata originariamente il 14 luglio 2024 e aggiornata con nuovi dettagli il 28 ottobre 2025.